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Pertosse: cause, sintomi, complicanze e diagnosi

Pertosse: cause, sintomi, complicanze e diagnosi

La pertosse è una malattia infettiva acuta, causata da un batterio ed estremamente contagiosa, che colpisce le vie respiratorie e i polmoni. La pertosse deve il suo nome al sintomo che più la caratterizza: la tosse. Nei pazienti infetti, il disturbo della tosse è così persistente che può durare anche 10 settimane; ciò spiega, tra l'altro, per quale motivo la pertosse è detta anche "tosse dei 100 giorni". Oltre a "tosse dei 100 giorni", altri sinonimi di pertosse sono: tosse canina, tosse convulsa e tosse assassina.

Quali sono i sintomi?

Dopo il periodo di incubazione (in genere 9-10 giorni), la pertosse esordisce con la cosiddetta fase catarrale, durante la quale i sintomi della malattia in questione sono comuni a quelli di una banale affezione delle vie respiratorie, ovvero tosse stizzosa e catarro, associati a un lieve rialzo della temperatura corporea.

Alla fase catarrale segue, dopo 1-3 settimane, la cosiddetta fase parossistica (o fase accessionale), in cui, soprattutto di notte, si assiste a un aggravamento repentino della tosse, la quale dà luogo a vere e proprie crisi.

La fase parossistica dura dalle 2 alle 6 settimane; dopodiché, inizia l'ultima fase della pertosse, ovverosia la fase della convalescenza. Caratterizzata da un'attenuazione graduale della tosse severa, tipica della fase patologica precedente, la fase o periodo di convalescenza ha una durata variabile, che può oscillare da 1 ad anche 3 settimane.

Fasi pertosse: Durata canonica (durata massima)
Fase catarrale:  7-14 giorni (4-21 giorni)
Fase parossistica: 1-6 settimane (10 settimane)
Fase della convalescenza: 7-14 giorni (4-21 giorni)

Quali sono le cause?

Il batterio responsabile della pertosse è Bordetella Pertussis. Bordetella Pertussis è un batterio Gram-negativo, aerobio e morfologicamente simile a un uovo (cocco-bacillo), che dispone di varie "armi di virulenza", tra cui un'esotossina, l'emoagglutinina filamentosa, la citotossina tracheale, la pertactina ecc.

Quando infetta un essere umano, Bordetella Pertussis s'insedia a livello delle cellule epiteliali dei polmoni e le colonizza; l'azione colonizzante di questo batterio comporta un impedimento al movimento delle ciglia (che ricoprono l'epitelio polmonare e hanno l'importante funzione di eliminare i detriti in entrata nei polmoni, attraverso l'aria inspirata).

Quindi, l'impedimento al movimento delle ciglia, da parte di Bordetella Pertussis, determina l'accumulo di detriti lungo le vie aeree e nei polmoni dell'ospite, e ciò è responsabile di una parte dei sintomi della pertosse.

A completare il processo infettivo di Bordetella Pertussis è l'azione inibitoria che questo batterio ha nei confronti del sistema immunitario dell'ospite; entrando maggiormente nei dettagli, l'arma di cui si serve Bordetella Pertussis per aggredire il sistema immunitario è la sua esotossina, chiamata semplicemente tossina della pertosse.

La pertosse ha una predilezione per i neonati e i bambini molto piccoli, sui quali, peraltro, può avere le conseguenze peggiori. La trasmissione della pertosse (e di Bordetella Pertussis) a un nuovo ospite avviene esclusivamente tramite l'inalazione di goccioline di saliva infetta, emesse da un portatore dell'infezione, in occasione di starnuti, colpi di tosse o quando parla.

Il grado di infettività delle goccioline contenenti Bordetella Pertussis è particolarmente elevato; secondo alcuni studi medici, la probabilità che queste goccioline hanno di trasmettere la pertosse a un individuo suscettibile (che chiaramente le inala) è superiore al 90%.

Complicanze della pertosse nel bambino grande e nell'adulto

In adolescenti e adulti con un buon sistema immunitario, la pertosse tende a risolversi senza problemi. Tuttavia, in alcuni frangenti, le crisi di tosse hanno un'intensità tale da causare:

  • la rottura di una costola
  • la formazione di un'ernia addominale
  • episodi di sangue da naso
  • la rottura di qualche vaso sanguignopresente sulle sclere oculari.

Diagnosi

Diversi studi dimostrano che né l’infezione naturale né la vaccinazione conferiscono un’immunità duratura nel tempo. Gli anticorpi specifici diminuiscono a partire da circa 9 mesi dopo l’esposizione naturale; i livelli di anticorpi protettivi persistono per non più di 10 anni dopo la vaccinazione con vaccino acellulare nell’adulto o per non più di 20 anni dopo l’infezione.

Esistono due tipi di approccio diagnostico per la pertosse: diretto e indiretto. I metodi diretti consistono nell’identificazione del microorganismo responsabile della patologia, mediante metodi colturali o molecolari per la rilevazione di materiale genetico. La diagnosi indiretta è essenzialmente di tipo sierologico e consiste nella determinazione di anticorpi specifici nel siero dei pazienti.

La ricerca di acidi nucleici specifici di B. pertussis, e in particolare la real time PCR, risulta essere molto più sensibile oltre che più rapida; ed è, inoltre, raccomandata fino a quattro settimane dall’inizio della sintomatologia.

Per i casi di pertosse con sintomatologia grave che richiedono un rapido ed efficace trattamento del paziente la diagnosi sierologica deve essere sostituita da quella molecolare rapida. I campioni clinici di elezione per la sua ricerca  possono essere prelevati nel retrofaringe con TAMPONE NASOFARINGEO, semplice da effettuare e senza necessità di strumenti particolari, si utilizza soprattutto negli adulti in quanto è necessaria la collaborazione del paziente.

PCR

  • Una PCR positiva indica la presenza del materiale genetico (DNA) di B. pertussis all'interno del campione analizzato, suggerendo la presenza di infezione. 
  • Il test presenta una sensibilità nettamente superiore al test colturale. 
  • Un risultato negativo indica invece la probabile assenza di infezione, anche se non può escluderla. Infatti, il campione potrebbe contenere una quantità di batteri insufficiente per essere rilevata dalla metodica.
  • Devono essere testati con questo metodo solo pazienti sintomatici.

Questo test permette una diagnosi precoce e rapida e quindi l’inizio di una terapia specifica che è efficace nel ridurre l’infettività e quindi la diffusione dell’infezione ad altre persone suscettibili. Il CDC indica che, quando il sospetto di pertosse è forte, il test deve essere effettuato il prima possibile sul tampone nasofaringeo effettuato ai contatti: la terapia deve essere iniziata senza attendere la conferma di laboratorio. 

Nel caso di gravide e bambini (compresi i familiari), anche in caso di sospetto debole, la terapia non dovrebbe essere ritardata, ma è possibile attendere l’esito del test PCR.

Per l'esecuzione del test siamo disponibili:

  • ogni giorno dalle 7:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 18.00
  • Sabato dalle 7.30 alle 13.00

Consegna del referto in 24 ore anche con refertazione online.

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