Intolleranza al glutine
L'intolleranza al glutine è una condizione parafisiologica di alterata sopportazione intestinale verso un nutriente proteico, chiamato glutine. In Italia l'intolleranza permanente al glutine è nota come celiachia o malattia celiaca, mentre in lingua inglese viene etichettata con molti altri nomi, come: c(o)eliac sprue, c(o)eliac disease, nontropical sprue, endemic sprue e gluten enteropathy.
Il termine "celiachia" o “c(o)eliac” deriva dal greco “koiliakos κοιλιακός”, che significa “addominale”; tale termine è stato introdotto nel 1800 per tradurre un'antica descrizione greca della cosiddetta malattia di “Areteo di Cappadocia”. L'intolleranza al glutine NON è un'allergia, né al glutine, né ad altre proteine del grano o simili.
Se è vero che implica l'intervento del sistema immunitario (come le allergie), è pur vero che la celiachia lo fa in maniera totalmente diversa dalle forme allergiche. L'intolleranza al glutine provoca una complicazione localizzata nella mucosa dell'intestino e, solo in seguito, lascia alcune tracce sui parametri di tipo sanguigno. Tuttavia, anche nei casi più importanti, manca l'implicazione degli anticorpi specifici per le allergie (IgE) e non si corre il rischio di anafilassi.
Più che una malattia, l'intolleranza al glutine è preferibilmente definita una condizione parafisiologica, giacché, in assenza di esposizione all'agente specifico (glutine), l'organismo rimane tranquillamente in omeostasi come fosse sano. In caso contrario, può instaurarsi un quadro patologico di gravità e sintomatologia estremamente variabili.
Meccanismo Patologico
L'intolleranza al glutine è causata da una reazione avversa al glutine, o meglio alla gliadina. Infatti, dal punto di vista chimico, il glutine è un complesso peptidico formato da due proteine, chiamate gliadina e glutenina, che si combinano solo in presenza d'acqua. La gliadina è una prolamina presente in alcuni cereali (botanicamente: famiglia Poaceae o Gramineae) appartenenti alla Tribù delle Triticeae; per intenderci, i maggiori esponenti di questo gruppo sono: il frumento duro e tenero, il piccolo farro, medio e spelta, il kamut ecc. Contengono gliadina anche i semi di alcune piante della Tribù Hordeae, come l'orzo e la segale, nonché della Tribù Aveneae, come l'avena. Quest'ultima, tuttavia, è tollerata da alcuni soggetti celiaci.
Entrando ulteriormente nello specifico, della gliadina, gli elementi che sollecitano l'intolleranza sono tre peptidi. Proprio su di questi, l'enzima transglutaminasi tissutale apporta una modifica strutturale che innesca la reazione del sistema immunitario. Il meccanismo di difesa, allertato inutilmente, attua una cross-reazione e infiamma il tessuto bersaglio (che ricordiamo essere la mucosa dell'intestino tenue). La reazione spropositata ed inutile del sistema immunitario provoca edema e accorciamento dei villi intestinali che rivestono la mucosa (fenomeno detto atrofia dei villi). Trattandosi delle strutture deputate all'assorbimento dei nutrienti alimentari, il loro annientamento riduce l'ingresso di molte sostanze nutrizionali, tra le quali anche le così dette essenziali. L'intolleranza al glutine può facilmente determinare alcune carenze vitaminiche, a causa della ridotta capacità d'assorbimento dell'intestino tenue.
Esordio, Sintomi, Segni Clinici
L'intolleranza al glutine si verifica in persone geneticamente predisposte di tutte le età, con esordio solitamente localizzato da metà dell'infanzia in avanti. I sintomi “tipici” dell'intolleranza al glutine sono: dolore e disagio del tratto digestivo, costipazione cronica o diarrea (talvolta alternati, simulando in tal senso una sindrome da colon irritabile), difetto della crescita nei bambini, anemia (apparentemente ingiustificata e che non risponde all'integrazione alimentare marziale) e stanchezza.
In certi casi meno frequenti, i sintomi tipici della celiachia possono risultare assenti o marginali; prevalgono invece manifestazioni atipiche, riferite ad altri organi/distretti dell'organismo (peculiarità che spesso rende molto difficile la diagnosi). Talvolta, è anche possibile che accada l'esatto opposto; ovvero che si presenti una serie di sintomi “tipici” legati al consumo di alimenti contenenti glutine, in assenza però dei criteri diagnostici per l'intolleranza. E' doveroso rammentare che, secondo alcuni, queste eventualità dipendono in buona parte da: psicosomatica (autosuggestione) ed altre ragioni del tutto indipendenti dal glutine stesso. D'altro canto, pare che la diagnosi di questo disagio sia in costante aumento, il che richiede di non sottovalutarlo.