Pertosse
La pertosse è una malattia infettiva altamente contagiosa. Come suggerisce il nome, la malattia è responsabile di una tosse persistente che può durare anche fino a dieci settimane, e che, nel culmine dell’infezione, può manifestarsi sotto forma di vere e proprie crisi tussive. Può presentarsi a qualsiasi età, ma in genere è più frequente nella prima infanzia, in cui, nei casi più gravi, può arrivare a causare gravi complicanze tra cui otite, polmonite o problemi neurologici.
Diversi studi dimostrano che né l’infezione naturale né la vaccinazione conferiscono un’immunità duratura nel tempo. Gli anticorpi specifici diminuiscono a partire da circa 9 mesi dopo l’esposizione naturale; i livelli di anticorpi protettivi persistono per non più di 10 anni dopo la vaccinazione con vaccino acellulare nell’adulto o per non più di 20 anni dopo l’infezione.
Esistono due tipi di approccio diagnostico per la pertosse: diretto e indiretto. I metodi diretti consistono nell’identificazione del microorganismo responsabile della patologia, mediante metodi colturali o molecolari per la rilevazione di materiale genetico. La diagnosi indiretta è essenzialmente di tipo sierologico e consiste nella determinazione di anticorpi specifici nel siero dei pazienti.
La coltura potrebbe risultare meno sensibile in presenza di una precedente terapia antibiotica e richiede diversi giorni di incubazione e ispezione della piastra di coltura (fino a 7 giorni) per la crescita di B. pertussis. La coltura, inoltre, è consigliata solo nelle prime due settimane dalla comparsa dei sintomi.
La ricerca di acidi nucleici specifici di B. pertussis, e in particolare la real time PCR, risulta essere molto più sensibile oltre che più rapida; ed è, inoltre, raccomandata fino a quattro settimane dall’inizio della sintomatologia.
Per i casi di pertosse con sintomatologia grave che richiedono un rapido ed efficace trattamento del paziente la diagnosi sierologica deve essere sostituita da quella molecolare rapida.
I campioni clinici di elezione per la sua ricerca possono essere prelevati nel retrofaringe con TAMPONE NASOFARINGEO, semplice da effettuare e senza necessità di strumenti particolari.
PCR
- Una PCR positiva indica la presenza del materiale genetico (DNA) di B. pertussis all'interno del campione analizzato, suggerendo la presenza di infezione.
- Il test presenta una sensibilità nettamente superiore al test colturale.
- Un risultato negativo indica invece la probabile assenza di infezione, anche se non può escluderla. Infatti, il campione potrebbe contenere una quantità di batteri insufficiente per essere rilevata dalla metodica.
- Devono essere testati con questo metodo solo pazienti sintomatici.
Questo test permette una diagnosi precoce e rapida e quindi l’inizio di una terapia specifica che è efficace nel ridurre l’infettività e quindi la diffusione dell’infezione ad altre persone suscettibili. Il CDC indica che, quando il sospetto di pertosse è forte, il test deve essere effettuato il prima possibile sul tampone nasofaringeo effettuato ai contatti: la terapia deve essere iniziata senza attendere la conferma di laboratorio.
Nel caso di gravide e bambini (compresi i familiari), anche in caso di sospetto debole, la terapia non dovrebbe essere ritardata, ma è possibile attendere l’esito del test PCR.
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